"Una storia romantica" - Antonio Scurati
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"Una storia romantica" - Antonio Scurati
Buongiorno a voi danzatrici !. :cheers:
Questa mattina colgo l'occasione per indicarvi il titolo di un libro che mi ha completamente catturata e che ho divorato alla stregua di un'affamata in una sola settimana...
E' un romanzo che parla di storia, di uno dei periodi della nostra stira così poco valorizzati, il Risorgimento. In particolare narra le vicende d'eroismo e d'amore di due giovani che si battono per una città di Milano libera dalla stretta asburgica, si battono per un futuro, per dei veri ideali, e anche per il loro amore.
E' una storia bellissima, dove il narratore riesce a dipingere con maestria l'atmosfera insurrezionale che in quei cinque giorni del Marzo 1848 vede le strade e le piazze più importanti di Milano farsi scenario di cruente battaglie, di barricate costruite con carrozze rovesciate, corpi di moribondi, panche e pulpiti di chiesa, farsi eco di urla e motti che istigano alla rivolta ed al coraggio. E fra mille volti qualunque, che la storia non ha mai conosciuto, l'autore da invece voce a personaggi il cui nome è sopravvissuto nei secoli, come Cristina di Belgioioso, donna luminare di quegli anni, Carlo Cattaneo, padre dei patrioti rivoltosi, Alessandro Manzoni, poeta della Patria, Francasco Hayez e i suoi pittori, corsi per le strade ad immortalare su tela le gesta degli eroi, e molti altri ancora.
E proprio Francesco Hayez renderà immortale, sulla tela di uno dei suoi più famosi dipinti, il bacio carico di passione fra i due protagonisti, Jacopo e Aspasia. I due giovani che, durante il tumulto di quei giorni, si scoprirono amanti.
Per una come me, poi, che quest'anno, grazie ad una magnifica iniziativa del comune di Milano, è riuscita anche a vivere l'emozione di rievocare quelle giornate in abito storico ( vestivo i panni di un' avvenente prostituta :P ), urlando contro le milizie tedesche, imbracciando il tricolore, questo è stato molto più che leggere un semplice libro.
Beh, spero di avervi convinte a fare un salto indietro nel tempo, ed a godervi questa piacevole lettura ( per nulla noiosa fra l'altro ).
Antonio Scurati,
Una storia romantica
Bompiani 2007
pp. 572, euro 19.
" Di fronte all’imbarazzo di raccontare l’esperienza, allo scrittore si pone la possibilità di ricorrere alla storia, come esperienza di secondo grado. Se il reale non è più esperibile, perché filtrato dal virtuale dei nuovi media che falsano l’equilibrio tra vero e finto, una soluzione è offerta dal vero storico, quello documentato dalle fonti, dai resoconti e anche dalla letteratura. Questo il punto di arrivo della scrittura di Antonio Scurati, che dopo aver denunciato l’impasse della Letteratura dell’inesperienza (Bompiani 2006) approda al grande romanzo storico, con il suo recente Una storia romantica (Bompiani 2007).
All’incapacità di rappresentare un reale che giunge mediato da una «mistificazione massima» (Letteratura dell’inesperienza), Scurati sembra reagire ricorrendo al racconto storico, che si basa su un’esperienza più diretta, perché frutto di una conoscenza fondata sul reale. La storia diviene quindi la massima garanzia di veridicità in un universo sempre più tendente al virtuale.
E nell’abbracciare le forme e i modi del romanzo storico, Scurati strizza l’occhio ai grandi modelli del genere, guardando ad un orizzonte molto ampio, che spazia in ambito europeo e che si concede sconfinamenti nella musica, nell’arte, nel teatro, fino al cinema. Punto di riferimento supremo, anche se mai dichiarato apertamente, è ovviamente il Manzoni dei Promessi sposi, che del romanzo storico si è fatto teorico, oltre che massimo rappresentante italiano.
I credits di Una storia romantica sono del resto rivelati in una curiosa Tabula gratulatoria, in cui lo scrittore si diverte a mostrare le fonti (storiche appunto) di cui si è avvalsa la «stratigrafia» del suo romanzo. Scurati dice di dover denunciare i debiti contratti in nome della legge per cui «i libri nascerebbero da altri libri» e «le finzioni letterarie inizierebbero il loro viaggio partendo da altre finzioni letterarie» (p. 546). Strano però che da questa “bibliografia ragionata” manchi ogni riferimento alle pagine manzoniane, che pure vengono spesso alla mente leggendo il libro. Assenza ancora più misteriosa, visto soprattutto lo scrupolo con cui sono indicati gli altri prestiti, se si pensa che dei Promessi sposi Scurati riprende addirittura l’espediente del manoscritto ritrovato.
Il punto di partenza è il 1885, quando Italo Morosini, senatore del Regno d’Italia, si ritrova a contemplare un’immagine che gli ricorda i tempi della sua giovinezza: un dagherrotipo raffigurante un giovane, Jacopo Izzo Dominioni, che sventola sopra una barricata il tricolore. La memoria corre alle insurrezioni delle Cinque Giornate di Milano, di cui il protagonista, insieme con l’amico, si è reso partecipe. Nelle mani del senatore è giunto un dattiloscritto (una concessione al cambiamento dei tempi!) che nel frontespizio recita «Morte di un patriota. La vera storia degli ultimi giorni di Jacopo Izzo Dominioni». Di qui la prima parte del libro, che dipinge l’affresco storico risorgimentale intrecciandolo all’appassionante storia d’amore tra Jacopo e Aspasia, promessa sposa del conte Morosini, nonché valorosa eroina popolare, in cui si incarnano tutti i valori della nascente Italia.
Se la prima parte del romanzo è dominata dall’eroismo dei protagonisti, in nome della lotta per l’indipendenza dagli austriaci di Radetzky, la seconda, che si avvale di un secondo manoscritto contenente la trascrizione della corrispondenza tra i due amanti e giunto nelle mani dell’anziano senatore direttamente da Aspasia – divenuta nel frattempo sua moglie - , insiste piuttosto sui languori di un amore impossibile, vissuto in contrasto con il dramma della storia. Tra prigionie, morti eroiche, citazioni e coups de théâtre vari, il romanzo giunge stancamente alla fine delle sue 544 pagine.
Resta da dire qualcosa sul titolo, che ha una voluta stratificazione semantica. Una storia romantica è senza dubbio quella tra Jacopo e Aspasia (nomi non casuali: impossibile non pensare all’Ortis foscoliano – ampiamente citato – e all’Aspasia di Leopardi – di cui però lo scrittore non fa menzione nella Tabula gratulatoria). Ma è romantica anche la storia, quella con la S maiuscola, del Risorgimento italiano, che è al centro del romanzo. Il romantico alluderebbe dunque all’eroismo dei protagonisti, dipinti secondo i canoni ottocenteschi.
È una storia romantica perché si rifà, come già detto, alla grande letteratura del Romanticismo e anche alla pittura. Il pittore Francesco Hayez è addirittura uno dei personaggi del romanzo, e il suo celebre quadro, Il bacio, diviene un’icona del libro, fino a comparire nella copertina. Come nel dipinto, anche nel romanzo la storia amorosa diviene metafora dell’amore per la patria. Lo scrittore si spinge addirittura ad immaginare che il pittore avesse scelto Aspasia come modella cui ispirarsi e che l’idea del celebre dipinto gli fosse venuta spiando il bacio dei due amanti. Peccato che non molte pagine prima, Scurati ci avesse descritto la scena del taglio dei capelli, improvvisamente ricresciuti nel quadro di Hayez. Una delle tante cadute di un romanzo che nel rifarsi a Manzoni ha dimenticato di ascoltare la preoccupazione del maestro per la verosimiglianza. "
di Valeria Merola.
Questa mattina colgo l'occasione per indicarvi il titolo di un libro che mi ha completamente catturata e che ho divorato alla stregua di un'affamata in una sola settimana...
E' un romanzo che parla di storia, di uno dei periodi della nostra stira così poco valorizzati, il Risorgimento. In particolare narra le vicende d'eroismo e d'amore di due giovani che si battono per una città di Milano libera dalla stretta asburgica, si battono per un futuro, per dei veri ideali, e anche per il loro amore.
E' una storia bellissima, dove il narratore riesce a dipingere con maestria l'atmosfera insurrezionale che in quei cinque giorni del Marzo 1848 vede le strade e le piazze più importanti di Milano farsi scenario di cruente battaglie, di barricate costruite con carrozze rovesciate, corpi di moribondi, panche e pulpiti di chiesa, farsi eco di urla e motti che istigano alla rivolta ed al coraggio. E fra mille volti qualunque, che la storia non ha mai conosciuto, l'autore da invece voce a personaggi il cui nome è sopravvissuto nei secoli, come Cristina di Belgioioso, donna luminare di quegli anni, Carlo Cattaneo, padre dei patrioti rivoltosi, Alessandro Manzoni, poeta della Patria, Francasco Hayez e i suoi pittori, corsi per le strade ad immortalare su tela le gesta degli eroi, e molti altri ancora.
E proprio Francesco Hayez renderà immortale, sulla tela di uno dei suoi più famosi dipinti, il bacio carico di passione fra i due protagonisti, Jacopo e Aspasia. I due giovani che, durante il tumulto di quei giorni, si scoprirono amanti.
Per una come me, poi, che quest'anno, grazie ad una magnifica iniziativa del comune di Milano, è riuscita anche a vivere l'emozione di rievocare quelle giornate in abito storico ( vestivo i panni di un' avvenente prostituta :P ), urlando contro le milizie tedesche, imbracciando il tricolore, questo è stato molto più che leggere un semplice libro.
Beh, spero di avervi convinte a fare un salto indietro nel tempo, ed a godervi questa piacevole lettura ( per nulla noiosa fra l'altro ).
Antonio Scurati,
Una storia romantica
Bompiani 2007
pp. 572, euro 19.
" Di fronte all’imbarazzo di raccontare l’esperienza, allo scrittore si pone la possibilità di ricorrere alla storia, come esperienza di secondo grado. Se il reale non è più esperibile, perché filtrato dal virtuale dei nuovi media che falsano l’equilibrio tra vero e finto, una soluzione è offerta dal vero storico, quello documentato dalle fonti, dai resoconti e anche dalla letteratura. Questo il punto di arrivo della scrittura di Antonio Scurati, che dopo aver denunciato l’impasse della Letteratura dell’inesperienza (Bompiani 2006) approda al grande romanzo storico, con il suo recente Una storia romantica (Bompiani 2007).
All’incapacità di rappresentare un reale che giunge mediato da una «mistificazione massima» (Letteratura dell’inesperienza), Scurati sembra reagire ricorrendo al racconto storico, che si basa su un’esperienza più diretta, perché frutto di una conoscenza fondata sul reale. La storia diviene quindi la massima garanzia di veridicità in un universo sempre più tendente al virtuale.
E nell’abbracciare le forme e i modi del romanzo storico, Scurati strizza l’occhio ai grandi modelli del genere, guardando ad un orizzonte molto ampio, che spazia in ambito europeo e che si concede sconfinamenti nella musica, nell’arte, nel teatro, fino al cinema. Punto di riferimento supremo, anche se mai dichiarato apertamente, è ovviamente il Manzoni dei Promessi sposi, che del romanzo storico si è fatto teorico, oltre che massimo rappresentante italiano.
I credits di Una storia romantica sono del resto rivelati in una curiosa Tabula gratulatoria, in cui lo scrittore si diverte a mostrare le fonti (storiche appunto) di cui si è avvalsa la «stratigrafia» del suo romanzo. Scurati dice di dover denunciare i debiti contratti in nome della legge per cui «i libri nascerebbero da altri libri» e «le finzioni letterarie inizierebbero il loro viaggio partendo da altre finzioni letterarie» (p. 546). Strano però che da questa “bibliografia ragionata” manchi ogni riferimento alle pagine manzoniane, che pure vengono spesso alla mente leggendo il libro. Assenza ancora più misteriosa, visto soprattutto lo scrupolo con cui sono indicati gli altri prestiti, se si pensa che dei Promessi sposi Scurati riprende addirittura l’espediente del manoscritto ritrovato.
Il punto di partenza è il 1885, quando Italo Morosini, senatore del Regno d’Italia, si ritrova a contemplare un’immagine che gli ricorda i tempi della sua giovinezza: un dagherrotipo raffigurante un giovane, Jacopo Izzo Dominioni, che sventola sopra una barricata il tricolore. La memoria corre alle insurrezioni delle Cinque Giornate di Milano, di cui il protagonista, insieme con l’amico, si è reso partecipe. Nelle mani del senatore è giunto un dattiloscritto (una concessione al cambiamento dei tempi!) che nel frontespizio recita «Morte di un patriota. La vera storia degli ultimi giorni di Jacopo Izzo Dominioni». Di qui la prima parte del libro, che dipinge l’affresco storico risorgimentale intrecciandolo all’appassionante storia d’amore tra Jacopo e Aspasia, promessa sposa del conte Morosini, nonché valorosa eroina popolare, in cui si incarnano tutti i valori della nascente Italia.
Se la prima parte del romanzo è dominata dall’eroismo dei protagonisti, in nome della lotta per l’indipendenza dagli austriaci di Radetzky, la seconda, che si avvale di un secondo manoscritto contenente la trascrizione della corrispondenza tra i due amanti e giunto nelle mani dell’anziano senatore direttamente da Aspasia – divenuta nel frattempo sua moglie - , insiste piuttosto sui languori di un amore impossibile, vissuto in contrasto con il dramma della storia. Tra prigionie, morti eroiche, citazioni e coups de théâtre vari, il romanzo giunge stancamente alla fine delle sue 544 pagine.
Resta da dire qualcosa sul titolo, che ha una voluta stratificazione semantica. Una storia romantica è senza dubbio quella tra Jacopo e Aspasia (nomi non casuali: impossibile non pensare all’Ortis foscoliano – ampiamente citato – e all’Aspasia di Leopardi – di cui però lo scrittore non fa menzione nella Tabula gratulatoria). Ma è romantica anche la storia, quella con la S maiuscola, del Risorgimento italiano, che è al centro del romanzo. Il romantico alluderebbe dunque all’eroismo dei protagonisti, dipinti secondo i canoni ottocenteschi.
È una storia romantica perché si rifà, come già detto, alla grande letteratura del Romanticismo e anche alla pittura. Il pittore Francesco Hayez è addirittura uno dei personaggi del romanzo, e il suo celebre quadro, Il bacio, diviene un’icona del libro, fino a comparire nella copertina. Come nel dipinto, anche nel romanzo la storia amorosa diviene metafora dell’amore per la patria. Lo scrittore si spinge addirittura ad immaginare che il pittore avesse scelto Aspasia come modella cui ispirarsi e che l’idea del celebre dipinto gli fosse venuta spiando il bacio dei due amanti. Peccato che non molte pagine prima, Scurati ci avesse descritto la scena del taglio dei capelli, improvvisamente ricresciuti nel quadro di Hayez. Una delle tante cadute di un romanzo che nel rifarsi a Manzoni ha dimenticato di ascoltare la preoccupazione del maestro per la verosimiglianza. "
di Valeria Merola.
Re: "Una storia romantica" - Antonio Scurati
l'ho acquistato la settimana scorsa...per ora attende sulla mensola che finisca gli altri libri che ho iniziato, ma appena finiti...inizierò a leggerlo !
Leyla- Luna d'Oriente
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Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: "Una storia romantica" - Antonio Scurati
Se anche tu, come me, sei un'amante spassionata della storia, vedrai che non rimarrai delusa...
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